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giovedì 14 ottobre 2010

Scampata alla strage, la figlia "Non liberate mio padre"


È passato un anno e, in esclusiva ai microfoni di Newsmediaset, la ragazza ha deciso di raccontare e ricostruire il giorno della violenza: “Ha cercato di colpirmi di soffocarmi, io gli davo calci e gli chiedevo: “Noi ti vogliamo bene, perché lo fai?”. Sul corpo della giovane restano quelle ferite che non dimenticherà mai: quelle di un uomo che in pochi minuti le ha strappato la famiglia. Carmelo è in carcere per duplice omicidio e tentato omicidio aggravato da futili motivi
Per lui la difesa ha chiesto il rito abbreviato e una perizia psichiatrica che potrebbe ridurne ulteriormente le responsabilità. Ma la figlia non ci sta. “Questa perizia non si deve fare – afferma - e anche se si facesse sarebbe inutile perché mio padre non è pazzo. Deve essere solo fatta giustizia”.
Un anno fa a Catania un appartamento di via dell’Iris diventava teatro di una strage familiare. Carmelo Sanfilippo, 48 anni, operaio di una ditta di onoranze funebri prendeva in mano un coltello da cucina e uccideva la moglie Monica e la figlia più piccola, di appena otto anni. Poi si avventava sulla maggiore di 13, per miracolo scampata al massacro. Testimone e obiettivo di una violenza inspiegabile, ancora oggi.

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