Le indagini hanno accertato in seguito che la donna aveva approfittato delle condizioni di salute del capo, che soffre di vuoti di memoria, per offrirgli un caffè corretto con benzodiazepine. Questo, dopo aver fatto sparire 20mila euro dai conti della società.
La sera del 2 febbraio 2009 è stata ritrovata dalla polizia nel suo ufficio, distesa sul pavimento con la camicia e il reggiseno tagliati. Accanto a lei c'erano un paio di forbici insanguinate mentre il manager vagava negli uffici in stato confusionale. Entrambi furono portati in ospedale e la segretaria lo denunciò per violenza sessuale.
E' stata condannata dal Tribunale di Milano a cinque anni di carcere per aver inscenato una violenza sessuale dopo aver drogato il suo datore di lavoro. Per i giudici l'imputata, Silvia V., che era stata assunta nel settembre del 2008 da un manager 64enne, è colpevole di calunnia, appropriazione indebita, truffa, stato di incapacità procurato mediante violenza, lesioni volontarie e danneggiamento.
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